C’è un ritmo che si percepisce e si osserva camminando, o pedalando, per le vie della Barona. È una composizione urbana fatta di colori, scritte, segni e figure che richiama le tante voci del quartiere e l’urgenza espressiva di artisti impegnati in una dichiarazione pubblica d’amore per la strada, che è di tutti. Improvvisamente, dietro l’angolo, un muro grigio, un tempo cieco e desolato, si popola di personaggi e di messaggi che ci parlano non solo della condizione giovanile, delle sue aspirazioni, dei suoi valori, ma anche di un istinto pittorico inclusivo e libertario, dove il colore è emozione e comunicazione, gioia e monito, denuncia e omaggio. Così, alla Barona, la Street art può essere fruita seguendo passo dopo passo, brano dopo brano, uno spartito di motivi che colpiscono per il loro carattere politico e sociale. Una testimonianza e un auspicio, affinché i muri, nati per separare, possano essere interpretati come un palinsesto di immagini forti in difesa di valori inalienabili o di un’identità culturale. Come, per esempio, il coraggio delle donne partigiane celebrate sulle facciate del centro culturale Barrio’s; oppure il lungo “muro che unisce” che ha per protagonisti Valentina e Diabolik, due personaggi iconici del fumetto. Un’iniziativa quest’ultima che coinvolge non solo Barona, ma anche San Cristoforo e tutto il Municipio 6.
C’è un ritmo che si percepisce e si osserva camminando, o pedalando, per le vie della Barona. È una composizione urbana fatta di colori, scritte, segni e figure che richiama le tante voci del quartiere e l’urgenza espressiva di artisti impegnati in una dichiarazione pubblica d’amore per la strada, che è di tutti. Improvvisamente, dietro l’angolo, un muro grigio, un tempo cieco e desolato, si popola di personaggi e di messaggi che ci parlano non solo della condizione giovanile, delle sue aspirazioni, dei suoi valori, ma anche di un istinto pittorico inclusivo e libertario, dove il colore è emozione e comunicazione, gioia e monito, denuncia e omaggio. Così, alla Barona, la Street art può essere fruita seguendo passo dopo passo, brano dopo brano, uno spartito di motivi che colpiscono per il loro carattere politico e sociale. Una testimonianza e un auspicio, affinché i muri, nati per separare, possano essere interpretati come un palinsesto di immagini forti in difesa di valori inalienabili o di un’identità culturale. Come, per esempio, il coraggio delle donne partigiane celebrate sulle facciate del centro culturale Barrio’s; oppure il lungo “muro che unisce” che ha per protagonisti Valentina e Diabolik, due personaggi iconici del fumetto. Un’iniziativa quest’ultima che coinvolge non solo Barona, ma anche San Cristoforo e tutto il Municipio 6.