All’interno del parco della Vettabbia la vis vegetale si prende la rivincita sull’asfaltato e il costruito. Camminando o pedalando sui sentieri di terra battuta si incontrano boschetti fitti di alberi della pianura: frassini, olmi, sambuchi, ontani, salici, querce. I fossi disegnano i confini dei campi con l’andamento pigro dei meandri naturali. Un fluire d’acque calmo e regolare che favorisce la diversificazione biologica minacciata dai percorsi geometrici dei canali progettati per le urgenze dell’industria. I prati e i campi a coltivo contrastano l’insaziabile urbanizzazione e migliorano l’ecosistema facendo respirare il contesto urbano e favorendo l’andatura contemplativa di un pellegrinaggio inconsapevole dei passi sulla via di Chiaravalle. In questo paesaggio intonato a tutte le sfumature del verde il commento sonoro è fatto di cinguetti, fruscii, mormorii e tonfi di rane e papere. Il soundscape della Vettabbia è un monito sonoro a non sporcare i ritmi e i toni della natura. Primo non inquinare è il comandamento sussurrato dal genius loci, mentre in lontananza il traffico fluisce in un confuso basso ostinato che minaccia l’arcana aulodia della Vettabbia.
All’interno del parco della Vettabbia la vis vegetale si prende la rivincita sull’asfaltato e il costruito. Camminando o pedalando sui sentieri di terra battuta si incontrano boschetti fitti di alberi della pianura: frassini, olmi, sambuchi, ontani, salici, querce. I fossi disegnano i confini dei campi con l’andamento pigro dei meandri naturali. Un fluire d’acque calmo e regolare che favorisce la diversificazione biologica minacciata dai percorsi geometrici dei canali progettati per le urgenze dell’industria. I prati e i campi a coltivo contrastano l’insaziabile urbanizzazione e migliorano l’ecosistema facendo respirare il contesto urbano e favorendo l’andatura contemplativa di un pellegrinaggio inconsapevole dei passi sulla via di Chiaravalle. In questo paesaggio intonato a tutte le sfumature del verde il commento sonoro è fatto di cinguetti, fruscii, mormorii e tonfi di rane e papere. Il soundscape della Vettabbia è un monito sonoro a non sporcare i ritmi e i toni della natura. Primo non inquinare è il comandamento sussurrato dal genius loci, mentre in lontananza il traffico fluisce in un confuso basso ostinato che minaccia l’arcana aulodia della Vettabbia.